Nel gergo utilizzato da chi naviga, ammainare le vele significa abbassarle per poi toglierle, subito prima di entrare in porto, quindi alla fine della navigazione o anche rinunciare alla lotta, arrendersi, ritirarsi da un’impresa che si considera troppo faticosa.
E’ esattamente ciò che è successo allo storico stabilimento che ha aperto la prima fabbrica nel lontano 1824 con l’acquisto di un mulino a Pontedassio da parte di Paolo Battista Agnesi, che consentiva di macinare 120 quintali di grani al giorno e produrre direttamente la pasta.
Con l’introduzione di nuovi metodi di macina, appresi in Francia dal figlio Giuseppe, la produzione aumento talmente che la famiglia Agnesi decise di armare una propria flotta di velieri per rifornirsi dall’Ucraina (che allora era considerato il miglior grano duro del mondo). Per questa ragione il veliero rimarrà poi nel simbolo dell’azienda.
Nel 1888 il figlio primogenito di Paolo Agnesi, Giacomo, subentrò al padre alla guida dell’impresa. Nel XX secolo lo stabilimento si avviò verso l’automazione integrale grazie anche all’ingresso nell’impresa del figlio di Giacomo, Vincenzo. Nel 1929, alla morte di Giacomo Agnesi, Vincenzo gli subentrò alla presidenza del consiglio di amministrazione rimanendo alla guida della ditta fino agli anni settanta. Da allora l’azienda visse un periodo di difficoltà che portò nel 1980 alla nascita della Agnesi Srl, immediatamente trasformata in Agnesi Spa.
Nel 1987 il gruppo Danone comprò le prime quote della società e nel 1995 acquistò dalla famiglia Agnesi il pieno controllo sull’azienda. Nel 1997 Danone cedette Agnesi alla banca d’affari Paribas che a sua volta la mise in vendita. L’acquisto venne concluso nel 1999 dal gruppo alimentare italiano Colussi, insieme a Banca Commerciale Italiana e Banca Euromobiliare.
In data 13 dicembre 2016 è stato l’ultimo giorno lavorativo dell’azienda prima della definitiva chiusura, producendo l’ultimo kilo di pasta i Fusilli 102.
Questi sono naturalmente alcuni punti fondamentali della storica industria fondata da Paolo Battista Agnesi nel 1824 a Pontedassio – Imperia ed è interessante leggere la lettera scritta da Angelo Colussi, nel luglio del 1999, dopo che il suo gruppo completò l’acquisizione:
Dopo i preliminari intercorsi, oggi 30 luglio 1999, con la sottoscrizione del contratto di acquisizione della Agnesi S.p.A., si è realizzata la svolta più significativa nel processo di rapida crescita di recente intrapreso. proiettando il nostro gruppo oltre i 500 miliardi di fatturato, in posizione di assoluto rilievo nel mercato alimentare.
Abbiamo ampliato il sistema di offerta integrato della dieta mediterranea nelle categorie merceologiche che meglio lo rappresentano (biscotti, panificati, pasta di semola ed all’uovo, prodotti per gelaterie e pasticcerie. merendine, riso, condimenti) sviluppando ulteriormente la via dei prodotti di marca e di qualità che ci contraddistingue.
Abbiamo posto i presupposti per sviluppare positive sinergie commerciali, nella capillare copertura del mercato, nel servizio al trade e nella logistica, ampliando anche le nostre potenzialità nei mercati esteri con presenze significative e nuove grandi opportunità di sviluppo.
Abbiamo l’orgoglio di condividere traguardi cosi ambiziosi grazie al fondamentale contributo creativo e propositivo che ci è stato consentito di avere fin qui cumulando sapere e competenza per lo sviluppo.
Abbiamo consolidato la base per essere competitivi e vincenti, abbiamo le risorse per cavalcare e non subire il cambiamento, abbiamo nei colleghi tutte le qualità per essere aperti al confronto, competenti, reattivi e flessibili come e più degli altri.
E’ per me un grande piacere proseguire sulla strada intrapresa per rullare la sfida con ancora maggiore impegno ed entusiasmo, valorizzando il patrimonio delle risorse di cui l’azienda dispone per raggiungere nuovi ed ancora più ambiziosi traguardi, vivendo ogni difficoltà come opportunità, per essere protagonisti del cambiamento e del successo.
Con rinnovata fiducia e stima i migliori saluti e auguri di buon lavoro.
Angelo Colussi
Tutte belle parole che non sono riuscite a far rimanere a galla il famoso veliero che ha dovuto ammainare le vele non per rientrare in porto e concludere a testa alta una lunga navigazione ma che si è perso nei grandi mari e oceani di uno stato assente, sindacati troppo presenti e in generale di un silenzio da parte di quella stampa attenta a dare solo notizie eclatanti come le chiusure di grandi e storiche aziende, ma che non sono riusciti ad attirare investitori per tenere viva una parte della storia italiana nel mondo.
SILENZIO, PARLA AGNESI lo storico slogan da oggi dovrebbe trasformarsi in IL SILENZIO PARLA PER AGNESI
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