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Nel gergo utilizzato da chi naviga, ammainare le vele significa abbassarle per poi toglierle, subito prima di entrare in porto, quindi alla fine della navigazione o anche rinunciare alla lotta, arrendersi, ritirarsi da un’impresa che si considera troppo faticosa.

E’ esattamente ciò che è successo allo storico stabilimento che ha aperto la prima fabbrica nel lontano 1824 con l’acquisto di un mulino a Pontedassio da parte di Paolo Battista Agnesi, che consentiva di macinare 120 quintali di grani al giorno e produrre direttamente la pasta.

Con l’introduzione di nuovi metodi di macina, appresi in Francia dal figlio Giuseppe, la produzione aumento talmente che la famiglia Agnesi decise di armare una propria flotta di velieri per rifornirsi dall’Ucraina (che allora era considerato il miglior grano duro del mondo). Per questa ragione il veliero rimarrà poi nel simbolo dell’azienda.

Nel 1888 il figlio primogenito di Paolo Agnesi, Giacomo, subentrò al padre alla guida dell’impresa. Nel XX secolo lo stabilimento si avviò verso l’automazione integrale grazie anche all’ingresso nell’impresa del figlio di Giacomo, Vincenzo. Nel 1929, alla morte di Giacomo Agnesi, Vincenzo gli subentrò alla presidenza del consiglio di amministrazione rimanendo alla guida della ditta fino agli anni settanta. Da allora l’azienda visse un periodo di difficoltà che portò nel 1980 alla nascita della Agnesi Srl, immediatamente trasformata in Agnesi Spa.

Nel 1987 il gruppo Danone comprò le prime quote della società e nel 1995 acquistò dalla famiglia Agnesi il pieno controllo sull’azienda. Nel 1997 Danone cedette Agnesi alla banca d’affari Paribas che a sua volta la mise in vendita. L’acquisto venne concluso nel 1999 dal gruppo alimentare italiano Colussi, insieme a Banca Commerciale Italiana e Banca Euromobiliare.

In data 13 dicembre 2016 è stato l’ultimo giorno lavorativo dell’azienda prima della definitiva chiusura, producendo l’ultimo kilo di pasta i Fusilli 102.

Questi sono naturalmente alcuni punti fondamentali della storica industria fondata da Paolo Battista Agnesi nel 1824 a Pontedassio – Imperia ed è interessante leggere la lettera scritta da Angelo Colussi, nel luglio del 1999, dopo che il suo gruppo completò l’acquisizione:

Dopo i preliminari intercorsi, oggi 30 luglio 1999, con la sottoscrizione del contratto di acquisizione della Agnesi S.p.A., si è realizzata la svolta più significativa nel processo di rapida crescita di recente intrapreso. proiettando il nostro gruppo oltre i 500 miliardi di fatturato, in posizione di assoluto rilievo nel mercato alimentare.

Abbiamo ampliato il sistema di offerta integrato della dieta mediterranea nelle categorie merceologiche che meglio lo rappresentano (biscotti, panificati, pasta di semola ed all’uovo, prodotti per gelaterie e pasticcerie. merendine, riso, condimenti) sviluppando ulteriormente la via dei prodotti di marca e di qualità che ci contraddistingue.

Abbiamo posto i presupposti per sviluppare positive sinergie commerciali, nella capillare copertura del mercato, nel servizio al trade e nella logistica, ampliando anche le nostre potenzialità nei mercati esteri con presenze significative e nuove grandi opportunità di sviluppo.

Abbiamo l’orgoglio di condividere traguardi cosi ambiziosi grazie al fondamentale contributo creativo e propositivo che ci è stato consentito di avere fin qui cumulando sapere e competenza per lo sviluppo.

Abbiamo consolidato la base per essere competitivi e vincenti, abbiamo le risorse per cavalcare e non subire il cambiamento, abbiamo nei colleghi tutte le qualità per essere aperti al confronto, competenti, reattivi e flessibili come e più degli altri.

E’ per me un grande piacere proseguire sulla strada intrapresa per rullare la sfida con ancora maggiore impegno ed entusiasmo, valorizzando il patrimonio delle risorse di cui l’azienda dispone per raggiungere nuovi ed ancora più ambiziosi traguardi, vivendo ogni difficoltà come opportunità, per essere protagonisti del cambiamento e del successo.

Con rinnovata fiducia e stima i migliori saluti e auguri di buon lavoro.

Angelo Colussi

Tutte belle parole che non sono riuscite a far rimanere a galla il famoso veliero che ha dovuto ammainare le vele non per rientrare in porto e concludere a testa alta una lunga navigazione ma che si è perso nei grandi mari e oceani di uno stato assente, sindacati troppo presenti e in generale di un silenzio da parte di quella stampa attenta a dare solo notizie eclatanti come le chiusure di grandi e storiche aziende, ma che non sono riusciti ad attirare investitori per tenere viva una parte della storia italiana nel mondo.

SILENZIO, PARLA AGNESI lo storico slogan da oggi dovrebbe trasformarsi in IL SILENZIO PARLA PER AGNESI

La Ferrari F40 è stata creata per celebrare il 40 ° anniversario della Ferrari. Un’ auto molto veloce disegnata da Pininfarina e che è stata costruita principalmente con materiali compositi. Le sue sofisticate alte prestazioni, sono date dal turbo-charged combinato ad uno chassis di prima classe, che ne danno cosi una grande prodezza dinamica prossima a quella di una macchina da corsa.

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Questa supercar con motore centrale, trazione posteriore, due porte coupé sportiva, e’ stata costruita tra il 1987 e il 1992 (fino al 1994 per la LM e il 1996 per la GTE). Successore della Ferrari 288 GTO, è stata l’ultima Ferrari personalmente approvata da Enzo Ferrari. A quel tempo era la più veloce, la più potente, e la più costosa auto in vendita della Ferrari.

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La vettura ha debuttato con una produzione di 400 unità e al costo di circa $ 400.000 nel 1987 ($ 950.000 di oggi), che era il prezzo al dettaglio suggerito, anche se alcuni acquirenti hanno poi segnalato che nel 1999 avevano pagato per la Ferrari F40 ben $ 1,6 milioni. In totale sono solo 1.311 le Ferrari F40 che sono state prodotte.

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Già nel 1984, la fabbrica di Maranello aveva iniziato lo sviluppo di un modello di evoluzione della 288 GTO. Il desiderio di Enzo era di lasciare un’eredità nella sua supercar finale e che ha cosi permesso al programma di Evoluzione di essere ulteriormente sviluppato al fine di creare una vettura esclusivamente per uso stradale. Un responsabile del reparto marketing della Ferrari disse:”Abbiamo voluto che la F40 fosse molto veloce, sportiva al massimo e Spartana”.

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I clienti iniziavano a dire che le nostre auto stavano diventando troppo morbide e comode. La F40 è per i nostri clienti più entusiasti che desiderano solo le pure prestazioni.

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La supercar è stata progettata pensando all’aerodinamica. Per la velocità della vettura si è pensato più alla sua forma che alla sua potenza. L’ area frontale è stata ridotta e il flusso d’ aria molto levigato. Così é anche stato per il raffreddamento del motore a induzione forzata poiche’ il motore generava una grande quantità di calore. Di conseguenza, la F40 era un po’ come una macchina da corsa a ruote scoperte con una scocca. Aveva poi una parziale sottoscocca per lisciare il flusso d’aria sotto il radiatore, una seconda con diffusori dietro il motore e il vano motore non era sigillato.

Un esperto ha spiegato la sua popolarità: “Non sarà mai piu’ permesso di creare un’ altra F40 nel mondo di oggi fatto di così tanta burocrazia e di regole. Questo è ciò che la rende così speciale e così desiderabile”. La Ferrari F40 fu presentata dai media come La più grande Supercar che il mondo avesse mai visto”.

Scritto da Exc Mag

Flavio Benedetto 

Il titolo dice già tutto ma andiamo a leggere quanto scritto dal primo cittadino, il Sindaco Alberto Gusmeroli

E’ con grande soddisfazione che nella seduta di Consiglio Comunale di ieri, mercoledì 30 novembre, abbiamo approvato una riduzione per il 2017 della tassa rifiuti del 5,68%.
Questo importante risultato è stato raggiunto grazie a due elementi basilari:
1) la revisione del piano industriale proposto da Medio Novarese Ambiente S.p.A., a seguito di un impegno molto forte dell’Amministrazione Comunale da me guidata, in collaborazione con numerosi Comuni della Provincia di Novara;
2) l’avvio dal 1° marzo 2017 della nuova modalità di raccolta rifiuti con il sacco conforme.
Un ulteriore beneficio a favore dei cittadini sarà rappresentato dalla consegna GRATUITA dei sacchi conformi impiegati per la raccolta del rifiuto indifferenziato e dei sacchi della plastica, che il cittadino non dovrà più comprare.
E’ l’occasione questa anche per informare che dal 10 dicembre p.v. ogni Aronese riceverà una tessera magnetica e una lettera, nella quale si spiegano le nuove modalità di raccolta attraverso il sacco conforme, che decorreranno dal 1° marzo 2017.
L’illustrazione delle nuove modalità di raccolta sarà oggetto di 9 INCONTRI SERALI che verranno tenuti in tutti i quartieri della Città nel mese di gennaio, organizzati dall’Amministrazione Comunale, unitamente alla Cooperativa Risorse – che ci assiste in ogni fase dell’avvio di questa nuovo sistema di raccolta.
In ultimo ci tengo a ricordare che l’avvio della raccolta attraverso il sacco conforme conta sulla grande collaborazione di tutti i cittadini nel migliorare la raccolta differenziata sul territorio, e che, tutti i benefici che si avranno dall’incremento percentuale della raccolta stessa, saranno tradotti in un miglioramento ambientale e in una diminuzione ulteriore della tassazione dei rifiuti.
Anche questo è l’Arona che tiene all’ambiente!
Alberto Gusmeroli Sindaco di Arona
Alto, forte, intelligente, bello ed elegante; così si presentava ai suoi contemporanei Leonardo da Vinci. L’artista-scienziato autore di intuizioni futuristiche come la moderna automobile, l’elicottero, lo scafandro ed il paracadute, si distinse anche per aver inventato oggetti meno complessi ma non per questo meno importanti.
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Mentre nei banchetti regali del Rinascimento si “conviviava” infrangendo le più banali regole del galateo, Leonardo cercava di porre dei rimedi alle cattive abitudini inventando il tovagliolo. Un semplice oggetto di stoffa quadrata entrava nelle sale da pranzo della corte di Ludovico il Moro per sostituirsi a maniche di camicia, mani e tovaglie utilizzate persino dai sovrani per pulirsi la bocca.
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L’igiene e l’eleganza erano delle priorità per Leonardo che indossava raffinati abiti da lui stesso confezionati. Non è la stoffa che attribuisce eleganza al vestito, ma la sua confezionatura. Lo stesso principio vale anche per i quadri, i gioielli, le sculture che diventano oggetti di lusso non per la qualità dei colori o dei materiali preziosi che li compongono, ma per la forma, l’armonia ed il concetto che l’artista riesce a conferire alla materia plasmandola.
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Leonardo comprese bene questo principio e ne abusò. Sempre a Milano, nel refettorio del convento della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, dipinse il Cenacolo utilizzando della tempera forte anziché la più efficace e costosa tecnica dell’affresco. Nella sua Ultima Cena non ci sono macchie sulla tovaglia e sugli abiti dei commensali, ma ne compariranno ben presto sulla pittura che verrà aggredita dall’umidità. Nonostante tutto l’opera divenne subito famosa. Molti artisti si recarono a Milano per studiare e copiare i nuovi canoni artistici dettati dal da Vinci, e mentre la pittura si scrostava dalle pareti il prestigio del dipinto continuava ad aumentare.
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Nel 2006 ho ipotizzato un altro Cenacolo nascosto nello stesso dipinto murario, rendendolo speculare, come Leonardo faceva con i suoi scritti, e sovrapponendolo allo stesso tramite uno stereoscopio, strumento, secondo i miei studi, concepito dal genio. Gesù, al centro della tavola, compare con un terzo occhio: l’occhio che vede l’invisibile. San Filippo, che nel suo Vangelo apocrifo pone dubbi sul rapporto tra Gesù e Maria Maddalena, appare sovrapposto a San Giovanni apostolo, o a quella che per molti potrebbe essere la Maddalena. Filippo con una mano soffoca la figura dai connotati femminili e con l’altra le pone un coltello alla gola. San Giacomo minore e San Matteo si baciano sulla bocca. Queste ed altre immagini si palesano dalla decodificazione del Cenacolo e di altre opere Leonardesche come la Vergine delle Rocce e la Gioconda.
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I sospetti di eresia che da sempre alimentano la fama del dipinto rendendolo ancora più prezioso, sembrerebbero essere confermati dalle immagini rivelate dalla mia ricerca e che oggi, dopo quasi dieci anni dalla prima pubblicazione, è arrivato il momento di divulgare con i suoi numerosi sviluppi. Possedere anche il più insignificante foglio di appunti del genio è un lusso riservato a pochissimi, come possedere il suo sapere. Anche i libri ed i giornali sono fatti di materia: carta, inchiostro, colle. Sta ai lettori riconoscerne il valore aggiunto ed il lusso di possederli.
Scritto da Exc Mag
Prof. Luca Caricato
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La volta celeste notturna con il movimento apparente delle stelle, l’ora siderale ed il fascino delle fasi lunari. Patek Philippe li racconta con il suo Sky Moon Tourbillon, l’orologio da polso più complesso mai realizzato dalla maison ginevrina che, come con il meccanismo messo a punto per lo Star Caliber 2000, ha voluto racchiudere un numero eccezionale di complicazioni nel ristretto spazio della cassa di un orologio.
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Un progetto che ha raccolto il guanto della sfida di riprodurre il cielo, sia che lo si osservi dall’emisfero boreale che da quello australe, riportando in maniera completa e leggibile il ritmo delle stelle. La soluzione adottata da Patek Philippe è stata presa in prestito dai suoi stessi orologi da tasca: una mappa stellare in movimento sul retro della cassa.
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Patek Philippe Sky Moon Tourbillon integra l’indicazione acustica delle ore, dei quarti e dei minuti in maniera affascinante, offrendo uno dei più straordinari funzionamenti che un orologio possa offrire. Dal timbro profondo per il rintocco delle prime a quello acuto dei minuti, quando si attiva il blocco sul lato sinistro della cassa la sonorità resta piena e profonda, proprio come quello delle cattedrali da cui prende il nome.
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Non poteva mancare all’appello il calendario perpetuo perfezionato al punto di visualizzare il giorno retrodatandolo automaticamente: ogni giorno la lancetta della data di eleva su un arco di circonferenza di 270° fino a che, arrivata agli ultimi giorni del mese in corso, si riposiziona automaticamente nella parte inferiore della scala graduata.
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Caratteristica insolita per un orologio, nel retro della cassa è rappresentata la volta boreale che ruota in senso anti orario sotto il fondo in vetro di zaffiro, lasciando spazio al movimento angolare delle stelle e della luna e determinando altresì l’ora del passaggio di Sirio, la Stella del Mattino, sul meridiano.
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La sua lavorazione eccellente e certosina ne permette di produrre non più di due pezzi all’anno. Patek Philippe Sky Moon Tourbillon, una vera rarità.
Scritto da Exc Mag

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Personalita’ che si sono contraddistinte con il loro lavoro nelle relazioni tra Italia e Stati Uniti: e’ questo il senso degli  Excellence Magazine Niaf Italia Awards 2016, assegnati a Roma venerdì 30 settembre.
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Nella splendida cornice dell’Acquario Romano, i protagonisti dell’imprenditoria e delle istituzioni italiane hanno celebrato la serata di Gala di NIAF (National Italian American Foundation), fondazione americana punto di riferimento per gli oltre 25 milioni di americani che hanno le proprie radici in Italia.
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Excellence Magazine ha avuto l’onore di poter essere presente all’evento  in qualita’ di Main  Partner grazie alla collaborazione siglata con NIAF. Presente a questo importantissimo evento Luigi Lauro, presidente di Excellence Magazine. Niaf Italia è stata rappresentata dal proprio Board nelle figure di: Paolo Catalfamo, Presidente Niaf Italia ed  Andrea Delfini, Vice Presidente Niaf Italia.
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La cerimonia è stata magistralmente organizzata e coordinata da Davide Rafanelli, Board Member e Presidente Lifestyle Council Niaf Italia,  Francesca Macchia, Executive Director Niaf Italia e, Marco Dell’Era, Media Relation Director Niaf Italia. Sempre a livello organizzativo la serata è stata supportata dai partners Nero Hotels e 19:95 Food & Events.
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Il grande Tenore Carmelo Sorce ha aperto l’ evento con la sua straordinaria voce. Carmelo e’ diventato oggi uno dei tenori lirici più prolifici della sua generazione. Con la sua voce ha deliziato il pubblico di tutto il mondo con la sua combinazione unica di lirica e pop.
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Excellence Magazine ha omaggiato il Presidente di NIAF Italia Paolo Catalfamo con un’ opera del grande Artista Renato Missaglia. La cerimonia ha visto premiati il presidente della Associazione Nazionale Magistrati Piercamillo Davigo, il presidente del Centro Studi Americani e Presidente di Leonardo-Finmeccanica Giovanni De Gennaro, il presidente della Camera nazionale della Moda italiana Carlo Capasa e l’ imprenditore Francesco Panella, titolare del ristorante “Antica Pesa”, con sedi a Roma, New York e Doha.
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Niaf Italia ha, inoltre conferito il proprio riconoscimento al Ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda e l’attrice Valeria Golino. Nella serata delle eccellenze non poteva mancare la straordinaria stilista Roxana Pansino che ha presentato le sue splendide creazioni di Haute Couture.
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Il ricavato della serata sarà destinato anche al finanziamento di due borse di studio per un corso di specializzazione presso la Villanova University – School of Business di Philadephia, negli Stati Uniti.
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Sempre nel corso del Gala,  è stato reso noto che la NIAF ha gia’ raccolto oltre 800mila dollari per le persone colpite dal terremoto dell’agosto scorso. “Il 2016 è stato un anno terribile per il terremoto, migliaia di italiani sono rimasti senza casa. Niaf si e’ fatta promotrice della raccolta di fondi” – ha illustrato Paolo Catalfamo nel corso della cerimonia.
Scritto da Exc Mag
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Sabato 8 ottobre per la prima volta anche a Milano: ritrovo dalle ore 18.00, partenza ore 24.00. Poi lungo la ciclabile dei Navigli: 3 ristori, arrivo ad Arona sul Lago Maggiore.
Abbiamo voluto saperne di più su questa interessante iniziativa e siamo andati direttamente dagli organizzatori che ci hanno rilasciato questa bell’intervista:
Come nasce, quando e di cosa si occupa Witoor?
Witoor nasce come Tour Operator a Londra nel 2012, per opera di Simone Dovigo. Diviene poi anche un’associazione sportiva con sede a Ferrara. Si occupa essenzialmente di eventi in bicicletta non competitivi, su lunghe o lunghissime distanze, cercando un mix tra sport e turismo che riesca a coinvolgere il pubblico più trasversale possibile.
Quali sono gli eventi di punta?
Sono due: la Rando Imperator e le Bike Night. La Rando Imperator è la prima randonnèe “europea”, perché la prima in tutta Europa ad attraversare 4 stati: Germania, Austria, Svizzera, Italia. Parte da Monaco di Baviera e termina a Ferrara passando per Bolzano, snodo fondamentale dei tre percorsi proposti (uno da 600km e due da 300km).
Le Bike Night invece sono pedalate notturne di 100km lungo le più belle piste ciclabili d’Italia, con partenza a mezzanotte dal centro di una città. Nate nel 2014 con la tappa ferrarese (200 iscritti), l’evento è poi cresciuto nel 2015 bissando Ferrara (800 iscritti) e aggiungendo la tappa di Bolzano. Nel 2016 si sono tenute cinque Bike Night: Ferrara (1450 iscritti), Bolzano (160), Udine (200), Verona (330) e gran finale a Milano (530).
Qual è lo spirito immesso nelle vostre attività e quale motivo vi spinge?
Tutto parte da una grande passione per la bicicletta, non soltanto come mezzo di spostamento o di attività sportiva, ma anche e soprattutto come il nostro modo di interpretare un viaggio: la bici la vogliamo usare sempre e ovunque, per qualsiasi tipo di spostamento. Ogni evento di Witoor è animato dal senso di avventura: vogliamo scoprire e socializzare, per noi non esiste la competizione ma soltanto l’amore per il viaggio e il territorio. Lo spirito è quello di condividere un’avventura che diventa un’esperienza memorabile in chi la porta a termine e alimenta la passione per la bici.
Com’è stato recepito l’invito ai ciclisti per la Bike Night Milano – Lago Maggiore?
Ci sono due elementi che scaldano gli animi dei ciclisti quando vengono a sapere della Bike Night: la notte e la lunga distanza (i 100km). Così è avvenuto anche per la Milano-Lago: il pubblico milanese si è subito acceso per questa particolarissima e innovativa iniziativa per Milano stessa, l’occasione per vivere la città in un momento inconsueto e di scoprire anche che cosa c’è fuori Milano. Il passaparola è stato immediato e ha radunato ciclisti di tutti i tipi, 25% donne.
Quanti sono partiti da Milano e quanti arrivati ad Arona?
Sono partiti da piazza Leonardo in 530 e sono arrivati in 515. Il percorso era piatto, adatto a tutti: chi non ce l’ha fatta si è ritirato per stanchezza o per la pioggia che ha iniziato a cadere da Sesto Calende in poi, ma i 100km è dimostrato che sono affrontabili da tutti.
Come mai avete scelto questa tratta?
Perché volevamo portare la bici di notte anche in una metropoli, per diffondere l’uso della bici in una città dove esiste una grande cultura della bicicletta ma poche piste ciclabili. Abbiamo scelto il Lago Maggiore per la bellezza del percorso cicloturistico che da Milano lungo l’alzaia del Naviglio Grande e poi quella lungo il Ticino porta fino ad Arona, località splendida con un arrivo con vista sul lago (meteo permettendo).
Arona come vi ha accolto e quali vie vi hanno autorizzato a percorrere?
L’arrivo ad Arona è stato concordato con l’amministrazione locale in Largo Vidale, per problematiche legate alla viabilità. Essendo un evento non competitivo i partecipanti sanno che devono osservare il Codice della Strada, e non potendo percorrere vie in contromano non siamo riusciti a far arrivare la Bike Night in piazza del Popolo.
Quali sono state le difficoltà logistiche, burocratiche e con il rapporto tra ciclisti e auto?
La partenza da Milano è stata logisticamente impegnativa: 500 ciclisti nel traffico milanese hanno creato qualche lieve disagio alla circolazione, ce ne scusiamo ovviamente ma allo stesso modo noi cerchiamo di sensibilizzare tutti all’uso della bici.
Avete coordinato l’accesso a zone normalmente chiuse con le amministrazioni per far vedere le bellezze dei luoghi?
Il prossimo anno cercheremo di arrivare nel cuore di Arona, per mescolare natura, arte e cultura. Tutto il percorso è stato approvato dalle amministrazioni locali, compreso il passaggio a fianco della Diga del Panperduto (concordato con il Consorzio Villoresi) e l’arrivo ad Arona. Abbiamo dovuto fare una deviazione dal percorso cicloturistico dell’alzaia del Naviglio Grande a causa di cantieri aperti o di prossima apertura da parte del Consorzio Villoresi.
Cosa ne pensa dell’attuale rapporto cittadino semplice / automobilista / ciclista?
Ciascuno di noi ha i propri diritti e i propri doveri, per cercare di muoverci più in armonia possibile all’interno delle nostre città. Crediamo che la bici debba essere sostenuta sempre di più, per mille motivi, dalla salute al benessere che trasmette, e che sia necessario dare il giusto spazio a tutti, sia alle auto che al trasporto pubblico, cercando di salvaguardare però prima di tutto la sicurezza di chi si sposta, e il ciclista in questo caso è il più esposto a rischi non essendo all’interno di un abitacolo.
Qual è il prossimo evento?
In inverno ci fermiamo per progettare la stagione 2017. Sabato 6 maggio ci sarà la nuova edizione della Rando Imperator e presto pubblicheremo il calendario delle Bike Night 2017.
Intervista di Riccardo Reina www.personalreporter.it

Con il post su facebook che andrete a leggere di seguito, il primo cittadino Alberto Gusmeroli informa dell’ennesimo traguardo raggiunto.

Ieri è stato firmato in Comune con la famiglia Aghemio l’atto di acquisizione di una parte della Cava Fogliotti che chiude definitivamente con una transazione una vertenza giudiziaria lunghissima. L’area acquisita è di circa 2,6 ettari su un totale della cava Fogliotti pari a circa 20 ettari.

La Transazione trovata con la famiglia Aghemio scongiura un grave problema legale che avrebbe potuto causare il DEFAULT delle casse comunali, con gravi danni alla città e ai cittadini, nel caso in cui il Comune avesse dovuto sborsare la cifra record di 11 milioni di euro, come disposto dal Tribunale di Verbania nel 2003 e paventato dai Magistrati di Torino nell’udienza del 2011 a causa, tra le altre cose, di un “difetto procedurale dell’appello del 2005”, per provvedere al prelievo e successivo smaltimento in una discarica autorizzata degli oltre 40.000 mc di materiale conferito nell’Ex Cava Fogliotti.

Una breve cronologia della vicenda dell’Ex Cava Fogliotti:

• 1987: l’Amministrazione Comunale Aronese prende in locazione parte dell’area dell’Ex Cava Fogliotti per adibirla a discarica di inerti.
• 1990 (ottobre): viene accertato il conferimento di rifiuti classificabili come “speciali” (materiali ferrosi, scorie e terre usate di fonderia) e quindi incompatibili sia con le caratteristiche della discarica, sia con l’autorizzazione concessa al gestore dalla Provincia, sia con le previsioni contrattuali. L’area viene posta sotto sequestro su istanza della Procura della Repubblica di Verbania.
• Segue processo civile e penale, con la CONDANNA degli autori della vicenda.
• 2000 (4 maggio): Il Comune di Arona viene CONDANNATO a pagare i danni ai proprietari del terreno

La scrittura privata di transazione tra i proprietari del terreno dell’ex Cava Fogliotti, Sigg. Aghemio, e il Comune di Arona prevede quanto segue:

• Tutte Le cause in essere decadranno con compensazione delle spese legali tra le parti.
• l’acquisizione da parte del Comune di Arona dell’area della discarica e di quella soprastante alla medesima di proprietà dei Sigg. Aghemio per il prezzo di € 36.000, come stabilito da una perizia in sede di Giudizio avanti al Tribunale di Verbania, che però riguardava circa 13.000 metri. Quindi, allo stesso prezzo, l’Amministrazione acquista circa il doppio dei metri (26.000 metri);
• la sistemazione da parte del Comune di Arona dell’area di discarica e la regimazione finale delle acque di percolazione, come stabilito dalla sentenza di condanna del Comune di Arona dal Tribunale di Verbania 25.8.2010, n. 638, sulla base del progetto, già realizzato dall’Amministrazione Comunale e già approvato dalle competenti Autorità;
• la sottoscrizione di un contratto di comodato decennale rinnovabile a favore del Comune di Arona del terreno di proprietà Aghemio posto in Via alla Rocca sulla dx prima dell’ingresso, attualmente adibito a parcheggio del sito “la Rocca di Arona”.

Si ringrazia la Famiglia Aghemio per la fattiva collaborazione con l’Amministrazione per la ricerca di una soluzione transattiva a favore del bene comune.

Prima della fine di quest’anno inizieranno i lavori di regimazione dell’area della discarica e successivamente vedremo come utilizzarla, se come parcheggio o altro scopo. Anche questo è l’Arona che chiude i propri problemi annosi.

Alberto Gusmeroli Sindaco di Arona

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Ormai la tecnologia ha fatto passi da gigante e chiunque acquista un telefonino di ultima generazione ha la possibilità di realizzare foto e video di alta qualità.

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Molto spesso capita di imbatterci in dibattiti, la maggior parte delle volte molto accesi, tra gli utilizzatori dei Velocipedi, ovvero i veicoli con due ruote o più ruote funzionanti a propulsione esclusivamente muscolare, per mezzo di pedali o di analoghi dispositivi, azionati dalle persone che si trovano sul veicolo; sono altresì considerati velocipedi le biciclette a pedalata assistita (Titolo III – Capitolo I – Nuovo codice della strada”, decreto legisl. 30 aprile 1992 n. 285 e successive modificazioni) e i semplici cittadini.
Per convivenza civile in forma generale, s’intende il rispetto degli altri e delle regole che ci sono nella comunità, in luoghi comuni, senza ledere i diritti e la libertà altrui, avendo ben presente anche i doveri di ciascun individuo.
A tal proposito abbiamo voluto contattare chi, in Italia, rappresenta tutti gli utilizzatori dei Velocipedi o meglio, delle Biciclette.
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Giulietta Pagliaccio Presidente FIAB-Federazione Italiana Amici della Bicicletta, è stata molto disponibile nel rispondere ad alcune nostre domande che possono sembrare scontate e banali ma che risultano, come abbiamo detto in apertura, molto sensibili e discusse.
1 – E’ possibile accedere a una via pedonale turistica (il corso turistico o “budello”)? 
In generale dove c’è, un cartello di area pedonale lì possono transitare anche le biciclette. Per vietarne l’accesso è necessario un provvedimento specifico del comune che, ad esempio, emette un’ordinanza e installa una segnaletica che indica biciclette a mano.
È altrettanto evidente che quando l’area pedonale è piena di persone o molto stretta, chi è in bicicletta generalmente scende o evita di passare in quel punto. Lo dico perché vorrei sfatare il mito del ciclista arrogante che vuole passare ovunque: c’è molto più buon senso di quanto non si creda.
2 – E’ possibile accedere a una via a senso unico in contromano che non abbia specifici cartelli di divieti?
Dove c’è un divieto di accesso, questo vale per tutti, biciclette comprese. Chi lo fa si assume le responsabilità del caso che può significare essere chiamati in causa per pagare i danni da eventuale incidente, ad esempio.
Tuttavia è possibile transitare in controsenso laddove il comune abbia predisposto specifici provvedimenti e apposto la segnaletica adeguata (es. classico il cartello sotto il segnale di divieto di accesso con la scritta “eccetto biciclette”)
3 – E’ possibile accedere a una via a senso unico in contromano con una specifica segnaletica di divieto?
Non esiste una specifica segnaletica di divieto: esiste il divieto di accesso e questo vale per tutti i mezzi di trasporto, compresa la bicicletta (leggi sopra). Potremmo aprire un dibattito sul fatto che il codice della strada a volte paragona la bicicletta a un mezzo di trasporto altre all’utenza vulnerabile, es. il pedone, e come tale potrebbe adottare il comportamento del pedone e quindi anche andare in una strada controsenso. Ma qui si apre un ampio dibattito che attiene alle modifiche del codice della strada.
4 – E’ possibile utilizzare i marciapiedi?
No, a meno che non sia segnalato come spazio condiviso con i pedoni (ciclopedonale). E poi c’è sempre il tema di cui sopra. Se c’è la necessità di percorrere un marciapiedi con la bicicletta, questa deve essere portata a mano (spinta).
5 – Quali sono le dotazioni e sistemi da utilizzare durante l’uso della bicicletta (sostitutivo di frecce direzionali, luci di stop e clacson)?
La dotazione minima per la sicurezza sono il campanello sempre, le luci anteriori e posteriori accese mezz’ora prima del tramonto (quando comincia a imbrunire è più semplice), qualcosa di rifrangente sulle ruote, utile nell’attraversamento (ora molti pneumatici hanno una ‘bandina’ rifrangente).
Per la visibilità nelle ore più buie è consigliabile indossare qualcosa di chiaro meglio ancora il gilet rifrangente. Per questo c’è un obbligo sulle strade extraurbane sempre mezz’ora prima del tramonto.
6 – Ove vi fosse una pista ciclabile realizzata per evitare zone d’intenso traffico o in generale pericolose (anche parallele a strade principali) è obbligatorio l’utilizzo di tali piste?
Il Codice della Strada dice che laddove esiste un percorso dedicato alle biciclette, l’utilizzo è obbligatorio. Il Codice della Strada però non tiene presente, ad esempio, che i percorsi s’interrompono spesso nel nulla o ti obbligano a tortuosi attraversamenti perché non sono lineari. E questi sono tra i motivi per cui spesso non vengono utilizzati.
7 – E’ obbligatorio fermarsi allo stop, dare precedenza ai pedoni, fermarsi in prossimità dei passaggi pedonali contestualmente all’utilizzo, dare precedenza in generale e all’interno di rotonde?
Il comportamento è uguale a quello dell’automobilista e viceversa: se ad esempio il ciclista è in una rotonda dove ha diritto di precedenza l’auto deve aspettare il passaggio della bicicletta.
8 – Qual è il numero massimo dei ciclisti formante un gruppo dopo il quale si deve essere preceduti e seguiti da autoveicoli o motoveicoli di servizio?
Quello che chiede immagino si faccia riferimento ai gruppi sportivi durante le gare. Non mi risulta ci siano obblighi di accompagnare gruppi di altro genere. E’ evidente che in caso di manifestazione molto partecipata (diciamo oltre le 100 persone) che debba transitare in luoghi particolarmente trafficati è utile il coinvolgimento delle forze dell’ordine.
Per completezza ricordiamo che la FIAB Onlus-Federazione Italiana Amici della Bicicletta è stata fondata nel 1988, attualmente è la più forte realtà associativa dei ciclisti italiani non sportivi.
Con circa ventimila soci suddivisi in 150 associazioni sparse su tutto il territorio italiano, FIAB è prima di tutto un’organizzazione ambientalista che, come riporta il suo Statuto, promuove la diffusione della bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico in un quadro di riqualificazione dell’ambiente, urbano ed extraurbano.
Forte della presenza tra i suoi soci di numerosi esperti in campo sanitario, giuridico, urbanistico, ingegneristico e paesaggistico, FIAB è diventata, negli anni, il principale interlocutore di numerosi enti locali sull’importante tema della mobilità sostenibile.
FIAB è stata riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente quale associazione di protezione ambientale (art. 13 Legge n. 349/86) e inserita dal Ministero dei Lavori Pubblici tra gli enti e associazioni di comprovata esperienza nel settore della prevenzione e della sicurezza stradale.
Tra le numerose iniziative, FIAB organizza ogni anno Bimbimbici, manifestazione nazionale dedicata a bambini e ragazzi e Bicistaffetta, per promuovere il cicloturismo quale volano economico del nostro Paese.
FIAB aderisce a E.C.F.-Federazione Europea dei Ciclisti. Presidente di FIAB è Giulietta Pagliaccio. Per ulteriori info: www.fiab-onlus.it
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Intervista di Riccardo Reina www.personalreporter.it
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